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materiale. Io ebbi un’altra moglie, che quando mi mori, credetti di non dovermi mai piú racconsolare, né che mai piú si trovasse un’altra donna che m’andasse cosi a pelo; ma non passò molto che quel dolor mi calò nella schena, e per guarirne andai alla volta della mia Paolina, la quale ora stimo piú cento volte che quella morta e vogliole meglio assai. E se oggi mi morisse ancor ella, ne torrei domane un’altra, e crederei che mi avvenisse il medesimo.

Gisippo. Io non potrei mai far questo torto a Giuletta.

Demetrio. Giuletta o non sente o non cura piú queste nostre vanitá; e se le sentisse e se le curasse, dovemo credere ch’amasse piú tosto la quiete e l’utile e l’onor vostro che ’l dispiacere e ’l danno e ’l biasimo che trarrete di questa vostra vana costanzia. Ma io conosco di non sollicitarvi a pena con queste ragioni; imperò mi risolvo a pungervi. A voi pare di meritar lode, facendo l’officio del costante innamorato; e non vedete di esser degno di riprensione, lassando quello del buono amico. Se voi non vi curate per conto vostro né di morire né d’esser povero e disonorato, non dovereste però volere che morissero o disonoratamente vivessero gli amici vostri e per vostra colpa. M’è lecito in questo caso a rimproverarvi che la mia vita è in questo termine di miseria per voi, poiché voi non vi curate di cosi lasciarla in abbandono. Io ho perduta la patria, gli amici e le facultá mie, per satisfare a un contento dell’animo vostro; e voi, per sovvenire al bisogno della mia e al disordine della vostra, rifiutate una si gran gentildonna, un si ricco stato ed una si nobil patria, quale è Roma! Felice non volete esser per me, quando io son misero per voi. Or fate quel che vi pare, ch’io troverò qualche altro compenso alla miavita.

Satiro. Oh questa si, eh’è la inchiodatura!

Gisippo. Messer Demetrio, non è meraviglia eh’un disperato non s’avvegga del bisogno dell’amico, perché perde tutti i sentimenti del bene e del male suo proprio. Ma, ora che voi dite cosi, del mal mio sento dolore, e del vostro, dolore e vergogna, poiché per mia colpa vi incontra. Tutta volta, come mi posso io addurre a far quel che mi dite, se ’l dolore non mi lascia, se ’l