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fanno anco dell’altre, e si vede chiaramente che costoro ve ne voglion dare un rifrusto de’buoni; e non solamente qui, ma per tutto si grida «al lupo». Fino a ora avete di gran cani alla coda: e s’io non mi scoprissi per voi, credo che vi bisognerebbe far altro che degrignare, perché non sempre che si veggono i denti, s’ha paura de’ morsi. Dico questo, perché costoro non vi stimano punto, per mordace che siate: ché, se ben mostrate del valente, pensano che siate con le pecore, e quando è buio o nebbia; ma, ora che ’l paese è scoperto e le genti sono a’ passi, dicono di voler vedere come salverete la preda ch’avete fatta di questo agnello del Caro. E mi par di sentire che non si tratti piú di salvar lui, ma si ben di spegner voi e liberar tutte le mandre in un tratto, avendovi per infesto a tutte egualmente; e lo desiderano tanto, che chi porterá la vostra pelle attorno guadagnerá di grand’uova per la contrada. O questa si eh’è bella! Or ora m’ hanno attaccato un cedolone sullo stomaco, dove siete dipinto fra certe maschere che vi mettono a cavallo in una bufala, con certe lettere sotto da scattole, che vi scomunicano e v’interdicono il comerzio dei ben nati, de’ costumati, de’ letterati e d’ogni sorte d’uomini degni di comparir fra gli altri uomini, e dagli uomini in tutto. Ma non vi spaventate, messer Lodovico, ché queste cose a noi altri di buona faccia non importano. Se voi ve ne curaste, non sareste piú voi, ed io non vi vorrei piú quel tanto bene che vi voglio: menar la lingua e parar la fronte bisogna ai valentuomini! Ora io vi dirò come vorrei che faceste per cacciarveli tutti innanzi, e fare un fracasso de’ fatti loro. Voi sapete l’autoritá e l’assoluta licenza, ch’io tengo in questa cittá, di far dire ed apporre ad ognuno quel che mi pare, e ’l trionfo ch’io soglio fare ogni anno, il giorno di san Marco spezialmente. Vorrei che vi risolveste di venire voi medesimo quest’anno ad onorar la mia festa, ed io vi prometto di fare un onore a voi, qual non troverete che io abbia fatto forse ad altri, infino dal principio della mia metamorfosi: e tra’l favore che vi posso far io e quel «rinome» che porterete voi di costá, state sicuro che vi si fará largo per tutti. E non dubitate del bargello, perché appresso di me, che