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tener mano alle villanie che voi fate a persone, che sono pur onorate e stimate dagli altri ed anco bene affette verso di loro; percioché il Caro (come si sa per ognuno) ha sempre tenuto e tiene amicizia e servitú con molti signori e gentiluomini della cittá vostra, e non fu mai che facesse altro che onore e servigio a qualunque si sia di loro. Ora che egli sia cosi malconcio da voi, e cosi immeritamente; né noi, che lo riscotiamo dalla vostra rabbia, siamo lupi; né essi, che vi conoscono, vorranno esser cani, come voi siete, non dovendo volere che la maledicenza e l’insolenza vostra sia tenuta incivilita e rustichezza loro: anzi presuppogniamo che sia lor caro che ne siate punito, perché i modi, che voi tenete, non acquistano punto né di benivolenza né d’onore alla vostra patria, e la dottrina e i costumi vostri sono di troppo grande infezione alla sua gioventú. Si che, con lor buona grazia e di lor consentimento, vi si dá questo carpiccio, il quale intendiamo che sia tutto vostro; e se non lo meritate, non vaglia: se vi gioverá poi, non lo so; perché, se ben le cose dette son vere e note e affermate da ognuno, voi siete però tanto cieco e tanto ostinato, che non le vedrete e non ve n’ammenderete. E con questa cecitá e con questa ostinazione delibero di lasciarvi, perché non son granchi da trarli fuor con le mani né col frugatoio: sono di quell’ostreghe abbarbicate e pietrificate insieme, che gli scarpelli ci bisognano per distaccarle: né manco son materie da cernerle, perché son si dure e sr grosse, che, se non si pestassero prima, non passerian mai per buratto. Però, ponendo qui fine, cosi alla cernitura, come alla cerca, non mi par da far altro che mettervi innanzi quello che s’è cavato dell’una e dell’altra, e ragionare un poco con voi se queste vi paion cose da farvi tener dagli altri quel che vi tenete da voi stesso. E dall’un canto vedete che granchioni son questi, e quanti se ne son cavati d’un sol bucolino di questo vostro sapere, che fa (come si dice) la barba di stoppa ad Aristotile: vedete, dall’altro, qui la madia, se c’è punto di farina; guardate poi che crusca è questa, se vi si scorge altro che gusci schietti di certi pochi granelli, e questi marci, tignati e busi tutti, accompagnati con fuscelletti, lappolette e cotali altre