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delle mani, che voi vi date su di becco, e gli bruttate e gli lacerate tutti indifferentemente. E quel che è peggio, lo fate non solo con presunzion di voi stesso, ma con irrision d’altri e con ogni sorte d’ingiuria e di soperchieria. Parlerò per ora solamente del Caro e dell’affronto ch’avete fatto ultimamente a lui, il quale è stato pur troppo disonesto, e non ve ne potete in alcun modo scusare: percioché,. concedendovi ancora che nella canzone scritta da lui siano tutti gli errori che voi dite e molti altri di piú, non per questo era olfizio vostro di vituperarla, e cosi ignominiosamente, come avete fatto. Lo scrivere è lecito ad ognuno; il giudicare gli scritti d’altri è lecito a qualcuno, de’quali però non siete voi: il beffare e l’ingiuriar gli scrittori non è lecito a niuno, massimamente quando non danno noia altrui. E che noia avete voi ricevuta dal Caro? È egli di quelli forse che vanno recitando e facendo leggere le lor cose alla gente per importunitá? Se ne fa egli bello forse? Scrive forse cose odiose agli altri? Che fastidio vi dánno eglino questi suoi versi? — Son mal fatti — dite voi. E si siano: per questo è egli un tristo? per questo vi volete pigliar giuoco di lui? Non si può far cattivi versi, ed esser lasciato stare? Se le sue cose vi spiacciono, perché le leggete? E leggendole, non vi doveria bastar di gittarle via? Se volete pur dir mal di loro, perché di lui? E se di lui volete anco dire, a che proposito scriverne? E scritto che n’avete giá tante volte, e sparsi i vostri scritti per tutto, perché non lasciarlo vivere alla fine? Io ho bene inteso dire che i mali poeti sono una mala cosa e che gli fugge ognuno volentieri; ma che si vadano a trovare per oltraggiarli e dar loro delle pugna quando non molestano altrui, io non ho sentito dir mai. Oltre che ’l Caro non si spacciò mai per poeta, e non ha parte alcuna che meriti d’esser schernito e malmenato da un vostro pari ; con tutto ciò gli avete fatto e gli fate tuttavia carico: e non tanto che non vi paia di far male, vi basta ancor l’animo di riprender quelli, da chi ne siete ripreso. Or vegniamo a questa vostra loica, con che ve ne difendete e ve ne scusate. La prima cosa, volendo voi mostrare che a torto ne siate riputato presuntuoso e ignorante, argomentate per modo