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scritta un autore centinaia d’anni sono, come potete voi dire che non la scriverebbe adesso? o che non l’avesse scritta allora, se gli fosse accaduto? o che sia stata male scritta, perché egli non la scrisse? non sapendo o non allegando voi la ragione perché non la scrivesse? e scrivendola ed approvandola gli altri scrittori, che sono pur de’ buoni e approvati anco da voi? e molti, cosi di quel tempo, come di questo? e scrivendosi e parlandosi quasi communemente? Non mi curerei d’aver orecchie talvolta, a sentire di cosi stemperate cosacce. Volete che vi si ripruovi una cosa che voi non avete conclusa e che non concluderanno quanti sono o saranno mai per voi. Oh! che legge del Ciarpellone è questa vostra? Ma udite questa, che sará loica di fra Rinaldo. E qui, per essaminar il valore degli argomenti che usate a persuaderci la modestia e la dottrina vostra, convien che la dialettica discorra un poco per lo campo dell’etica, poiché non vi posso rispondere che sforzatamente non tocchi i costumi e le creanze vostre. Dico «sforzatamele», perché lo fo mal volentieri, contra la mia natura: che, se ben pesco per granchi, non mi curo però di pigliar botte né serpi; e se fo l’arte di rimenar le cose, non per questo il mio fine è di scoprir le cattive, ma si bene di far migliori le buone. Nondimeno, poiché sono ordinato ancor io a far qualche servigio agli uomini, e che per servigio e richiamo universale vi s’è data questa rimenata e vi si deve far’questa ricerca; né anco di questo voglio mancare. Basta bene che dai granchi non si viene alle balene: cosi si possono chiamare i mostruosi errori della dottrina e de’ costumi vostri, de’ quali si lascia di ragionare, a lato a quelli del parlare, che «granchi» si son chiamati. Questo ho voluto dire, accioché si sappia che tutto quel che si tocca di questa parte di costumi non è per vizio, né di chi me l’impone né mio, ma si bene per odio e per castigo de’vizi vostri, e di questo spezialmente: che, non sapendo voi né scrivere, né parlare, né giudicare, né far cosa che s’appressi a termine alcuno di bontá, non che di perfezione, vi mettete dietro a quelli che sanno qualche cosa o che si essercitano per saperne: e non si tosto si lasciano uscire i lor componimenti