Pagina:Carlo Piana - Open source, software libero e altre libertà.pdf/96

96 Open source, software libero e altre libertà


Caio vede il prodotto di Tizio, pensa che sia una bella invenzione. Ne compra uno, lo osserva, capisce come è fatto e decide che anche lui è in grado di fare la stessa cosa. Il prodotto gli costa dieci euro, esattamente come a Tizio. Lo vende a undici, guadagna uno. Il prodotto di Tizio è fuori mercato. Allora, vista la concorrenza, Tizio abbassa il costo, ma anche così lui vende solo la metà dei prodotti che sperava, da un certo punto in poi, e per giunta con un margine molto inferiore. Tizio perde, Caio guadagna sulle spalle di Tizio. Sapendo di correre questo rischio, si dice, è probabile che Tizio nemmeno si metta a investire. È un gioco somma negativa. Non solo per Tizio e per Caio, ma per tutto il sistema, che così non riceve i benefici delle possibili invenzioni che così non verranno immesse sul mercato.

La soluzione trovata a questo dilemma è stata sinora quella di garantire a chi dimostri di aver dato un contributo all’avanzamento della tecnica, ovvero aver creato e concepito qualche idea che prima non esisteva, un limitato monopolio sull’utilizzo e lo sfruttamento economico di quell’idea. Il monopolio gli consente di estrarre la rendita del monopolista, sia direttamente, sia concedendo ad altri dietro corrispettivo il permesso di praticare la stessa invenzione.

La limitazione della protezione è funzionale allo
sviluppo della tecnologia nel settore protetto

Il monopolio è limitato in due sensi: non si brevetta un intero prodotto (come comunemente si tende a pensare), ma solo la parte innovativa di esso, l’idea che non esisteva; è dunque limitato nell’oggetto. Inoltre, è limitato nel tempo: la privativa dura vent’anni,