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standard e open standard, il diavolo nei dettagli 91

o delle imprecisioni degli enti di standardizzazione per porsi in posizione di controllo, spesso identica a quella dei famigerati troll.

Questo è un campo di indagine molto complesso, che sospendiamo solo momentaneamente. Ne parleremo nel prossimo capitolo.

OOXML e altri orrori

OOXML è lo standard documentale XML spinto (per usare un eufemismo) da Microsoft. La storia è molto lunga ed è anche in certo modo la summa di ciò che non si dovrebbe fare in una standardizzazione. Lo standard serve a codificare i documenti di Microsoft Office in formato XML (altro standard).

Lo standard soprattutto evidenzia difetti in tutte le aree di cui ho parlato sopra, forse (e dico forse) con l’unica esclusione dell’interferenza di brevetti.

Andiamo in ordine sparso. Il primo peccato capitale è che si tratta di uno standard che viene adottato su proposta di una e una sola azienda, senza che vi sia una che sia una implementazione di esso che sia in qualche modo completa. E ciò non lo è stato per diversi anni. Soprattutto quando esiste un diverso standard (ISO IEC IS 26300 – ODF) per esattamente lo stesso dominio. Le buone pratiche vorrebbero che Microsoft si mettesse in gioco e spingesse perché quest’ultimo standard evolvesse fino a coprire le esigenze non coperte dallo stesso. Invece lo rimpiazza con un secondo standard completamente nuovo.

Lo standard poi si limita a mimare e coprire pari-pari il comportamento delle applicazioni di Microsoft, non a descrivere in astratto le funzioni che il software deve implementare e a risolverle in modo