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78 Open source, software libero e altre libertà

protetta. Anche certi orrori che architetti e geometri ingiustamente strappati alla più nobile attività agricola piazzano con la complicità di involontari mecenati in giro per il nostro martoriato Paese.

Come ho già argomentato, l’attribuzione di diritti economici esclusivi per le opere creative, come per tutti i diritti di privativa, si traduce in un monopolio limitato e giustificato dalla remunerazione dell’attività creativa, al fine di avere una maggiore e migliore produzione artistica e scientifica. Il tutto bilanciato dall’esiguità del sacrificio per la collettività, con il complemento dei liberi usi, che controbilanciano questo monopolio. Ci si interroga se la pretesa di sfruttamento delle opere architettoniche pubblicamente esposte e imposte sia giustificata alla luce delle esternalità negative che crea.

Un’esternalità è l’obiettiva incertezza sulla sussistenza e titolarità dei diritti. Un’altra esternalità è il fatto che la ripresa di scene cinematografiche in vari luoghi possa essere involontariamente lesiva di diritti, e la necessità di soddisfare tutti i potenziali titolari di diritti comporti uno sforzo di indagine eccessivo rispetto al valore dell’opera riprodotta (delle varie opere) e sia un freno alla produzione artistica che le norme del diritto d’autore dovrebbero promuovere. Ciò soprattutto in assenza di un soggetto collettore che in altri campi, come quello musicale, si fa da interlocutore unico per i soggetti rappresentati.

Tali esternalità si verificano a causa e per tutelare diritti la cui assenza non si contrapporrebbe affatto allo sfruttamento normale dell’opera creativa, che è infatti diretta alla creazione di opere architettoniche uniche, non alla loro riproduzione.