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Le licenze di software libero (open source) 43

(vedi sotto per la LGPL). Questo è detto in modo molto brutale, ma serve a dare l’idea.

Per il copyleft debole esistono due licenze paradigmatiche. La GNU Lesser General Public License (un tempo “Library General Public License”, in quanto nata per le librerie GlibC, le librerie del compilatore C del progetto GNU) o LGPL; e la Mozilla Public License o MPL, la licenza di Firefox, per intenderci, uno dei più diffusi browser web (poi adottata anche da LibreOffice). Entrambe sono compatibili con la GPL: anche la MPL, nella versione 2, in quanto contiene ha una espressa clausola di compatibilità con la GPL.

La caratteristica di essere compatibili con la GPL,vuoi per le condizioni, vuoi per un’espressa condizione di compatibilità, è una caratteristica molto importante delle licenze, alla pari, quasi, con il fatto di essere copyleft di un certo tipo. La FSF pubblica una lista di tali licenze, secondo la propria interpretazione, ovviamente.

Il copyleft “di rete”

Nella tripartizione or ora delineata (no copyleft, copyleft debole, copyleft forte), abbiamo preso in considerazione una versione tradizionale del copyleft. Avrete notato che è stato ripetuto il verbo “distribuire”, o “rilasciare” (che è sostanzialmente un sinonimo). Questo perché uno dei principi cardine di qualsiasi licenza copyleft, quale che ne sia l’intensità, è che l’uso personale del software, anche modificato, non richiede il rispetto di alcuna condizione. In altre parole, l’utilizzatore è libero di copiare, studiare e modificare il software a suo piacimento, senza