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144 Open source, software libero e altre libertà

sti di migrazione al vecchio fornitore comporta scelte irrazionali, in quanto induce a scegliere il fornitore con i costi di ingresso più bassi, ma i costi di uscita alti. Il che è irrazionale.

Vi è infatti un incentivo per il fornitore ad alzare i costi di uscita, abbassando l’interoperabilità e la migrabilità dei servizi. Ciò crea una dipendenza dal fornitore in capo al cliente: anche se vi fosse una soluzione più efficiente ed economica, aggiungendo i costi di migrazione la nuova soluzione sarebbe sempre handicappata rispetto a quella attuale, perché sopporterebbe costi di migrazione che non si affrontano restando presso l’attuale fornitore.

Come evitare i costi della migrazione? Purtroppo non è possibile se non includendo previsioni adeguate nelle condizioni contrattuali, ad esempio, addossando al fornitore attuale il costo e gli oneri di migrare i servizi verso una soluzione standard. La migrazione non deve essere dalla soluzione “proprietaria” ad ogni n soluzioni proprietarie di operatori; ciò sarebbe assurdo e impossibile. La migrazione a carico del fornitore uscente deve essere contrattualmente stabilita fino a un “punto di raccolta”. Questo punto di raccolta deve essere visto in una situazione standard di dati e di servizi. Usando questa strategia il futuro fornitore uscente è incentivato a usare sin da subito open standard, o quantomeno a usare soluzioni che consentano di realizzare in modo sufficientemente spedito ed economico soluzioni basate su standard aperti1 che garantiscano una piena interoperabilità. Invece di avere incentivi tra loro congruenti e favorevoli al lock-in, continuiamo ad avere un in-

  1. Vedi la relativa discussione nel capitolo che abbiamo dedicato a tale tema.