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— Ma dice davvero, signorina? E perchè non uno di quegli altri? Il signor Merli, per esempio, un buon ragazzo?

Giacinta scrollava tristamente il capo.

— O il signor Porati, che almeno deve avere i quattrini a staia con quell’usuraio del suo babbo.

— Dio mio!... Non vuoi persuaderti!...

— O il signor Andrea? Non è ricco, tutt’altro! Ma è un giovanotto ben fatto, con certi occhi!... E sa cantar così bene!

Giacinta si spazientiva.

— Ma quel figuro (scusi signorina!) tutto ripicchiato e incerottato, che forse, anzi certo, ha i denti posticci, e porta il busto per tenersi ritto!

Vedendo la sua padroncina a testa bassa, Marietta soggiungeva:

— E proprio lui le ha proposto...?

— Oh, no!... Non mi ha detto mai nulla.

Marietta si stringeva nelle spalle, incredula che una così pazza risoluzione potesse durare.

— Povera signorina!... A furia di tormentarsi!

Non si dava pace. Oh, voleva vederci chiaro in questo imbroglio! E la prima volta che il Mochi la fermò, si lasciò prendere pel mento, si lasciò fare la carezzina.

— Giusto parlavamo di lei poco fa. La signorina le vuol bene, sa? Dice che è il suo solo e vero amico.

— Dice così?

— Proprio.

Mochi, sorridendo di compiacenza, attorcigliavasi la punta di un baffo.

Sorrideva anche la Marietta, decisa quel giorno a tirargli su le calze. Infatti non scappò subito via, e drizzò gli orecchi appena il Mochi cominciò a far