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il segreto di dora 59

sommessamente a nome, lo baciava sui capelli umidi di sudorino ghiaccio.

Egli si lasciò prendere per una mano e condurre verso il canapè all’angolo della camera. Guardava attorno, trasognato, quasi non riconoscesse il luogo dove si trovava nè la persona che gli stava davanti, in piedi, un po’ china verso di lui, e sorridente con visibile sforzo tra le lacrime che cominciavano a rigarle le gote.

— Qui!... Qui!... — balbettò. — Sette anni... fisso qui!... Un terribile chiodo!... Notte e giorno!

— Zitto! Sii tranquillo! Non t’agitare!

— Sì... — egli riprese. — Era dunque quella... Marina Falchi colei che tradiva? E’ morta?

— E’ morta, sì, la mia amica. Per ciò il suo segreto dev’esserci maggiormente sacro! Ora distruggeremo ogni cosa. Ho voluto conservarle per te quelle lettere; per giustificarmi soltanto davanti a te....

— Può essere? Può essere? Ed hai aspettato sette anni!

— Ho sofferto quanto te!... Oh Dio! Dubiti ancora?

— Non si strappa facilmente un chiodo infisso qui... da sette anni!... Notte e giorno!