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— Maestà, è una granata! —

Il Re in quella granata ci vedeva la figliuola del ciaba, la più bella ragazza del mondo; e, presala pel manico (lui credeva di prenderla per la mano) la portò in carrozza e cominciò a dirle tante belle cose.

I ministri erano costernati e si sussurravano nell’orecchio:

— Che disgrazia! Il Re è ammattito! Il Re è ammattito! —

Però, prima di arrivare in città, dove il popolo aspettava l’entrata della Regina, si fecero coraggio; e uno di loro gli disse:

— Maestà, perdonate!... Ma questa qui è una granata! —

Il Re montò sulle furie; la prese per un’offesa alla Regina. Fece fermar la carrozza e ordinò ai soldati che legassero quell’impertinente alla coda di un cavallo, e così lo trascinassero fino al palazzo reale.

Gli altri, vista la mala parata, stettero zitti. E il Re, giunto al palazzo reale, si affacciò alla finestra per mostrare al popolo la Regina:

— Ecco la vostra Regina!

Non avea finito di dirlo, che gli cadde come una benda dagli occhi e si vide lì, colla granata