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re. Due putti quasi di grandezza naturale fiancheggiano questo dipinto. Sembrami, che in questi, il nostro Giovanni non abbia conservata quella purità di contorni nè quella verità di forme, che tanto chiara risplende nel Bambino Gesù, di cui a suo tempo parleremo: sono per altro dipinti di bello impasto, e di una maniera che molto a quella del Rosselli suo maestro somiglia. Nel destro lato è la finestra, che dà luce alla cappella. Questa finestra è superiormente e lateralmente circondata da piccole storiette, che troppo minuta cosa sarebbe, descriverle. Non è peraltro da passar sotto silenzio i loro pregj: uno dei principali, è il tono robustissimo col quale sono dipinti. Se fossero a olio non potrebbero averlo maggiore; nè maggiore potrebbero avere la trasparenza, e il brio. Il dettaglio è sorprendente. Le teste, le mani, gli attacchi, tutto ha un giro, e un andamento veramente di natura. E siccome lo spazio, che comprende queste storiette è angusto, e di bisbetica forma, così l’ingegno di Giovanni ha saputo trovare certi e sì nuovi movimenti, che mostrano non solo quanto fervida avesse la mente, e pronte le idee, come ancora intendimento grandissimo delli scorti e del modo d’illuminarli. Peccato, che questo lavoro sia contro lume, per cui a stento si può vedere! Il lato che ne viene è quello dell’altare. «Chi mi darà la voce, e le parole, convenienti a sì nobil dipinto1: questo rappresenta lo sposalizio di S. Caterina, col Bambin Gesù. Le figure sono al vero. La scena figura prender luce dalla finestra, che illumina la Cappella. È stato così ingegnoso

  1. Il Disegnetto posto in fronte a questo scritto, è tratto da questo Quadro. Fu da me fatto non ad altro oggetto che per dare una idea di questa composizione.