Di fianco fra gli obliqui archi de l’ale45
Venìa radendo l’etere sottil,
E d’un braccio nel vol si fea guanciale
Con fantastico vezzo ed infantil.
Eran le chiome refluenti e bionde,
L’ale di rosa, e d’alabastro il sen;50
Ed il suo vol si riflettea de l’onde
Nel ceruleo purissimo seren.
Come il vide la gocciola dolente,
Novo di speme vagheggiò pensier,
E sul capo di lui soavemente,55
Soavemente si lasciò cader.
E, fattosi caston de la più bella
Ciocca che fosse in que’ capelli d’or,
Reiterò più forte in sua favella
Quegli accenti di speme e di dolor.60
Ne sorrise l’alato, e la diffusa
Chioma su le vaganti aure agitò:
La goccioletta, dai capelli esclusa,
Sulla punta d’un’ala indi passò.
E li più mesta, e nel dolor più bella,65
La sua fugace rimpiangea beltà;
E sì pianse, e sì disse in sua favella,
Che il Genio alfine ebbe di lei pietà.