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12 al mare jonio

Armonïosi e disperati gridi300
Il mortale traea; soventi ancora
Destò per caso ne le canne argute
Modulati sospir, gemiti e suoni
E meditovvi; e di voluttuosi
Pur dubbi ritmi ingentili cogli anni305
Quanto il caso creò. Ma sempre arcano,
Incomprensibil sempre angiol canoro
La Musica spandeva intorno a l’uomo
Inebbrïante rapimento. Ei primo,
Pitagora, al sorriso aureo degli astri,310
Santi commerci instaurò col vago
Angiol misterïoso; il vel gli tolse,
E sì, riflesso in numeri soavi,
Il diè nudo al mortai. De l’ardimento
Si piacque il Divo, e sua perenne elesse315
Melodïosa reggia Italia intera.
E a lui, che il vinse, le sorgenti aperse
D’un’armonia più vasta, onde ordinati
Van tanti mondi in una danza: i cieli
Di soli e soli scintillàr sul capo320
De l’estatico sofo, ed ei, rapito
Arcanamente pe’ celesti azzurri,
La copïosa melodia bevea
Che in onde eterne si riversa e spande
Fra le correnti de l’eterea luce:325
E in quelle notti divinò le vie,
Che, dopo il giro di si lunga etade,
Tener dovea Copernico!.... Ah fin quando,
Fin quando il sole irraggerà quest’acque