Pagina:Canti (Sole).pdf/62


al mare jonio 5

Stelle del ciel, che de la stessa luce
Le sue notti allegraste, esser può core,
Italo cor, che di potenti affetti
Su queste onde non arda, e di quei monti
Pe’ lucidi contorni alto su l’ale105
Del sovvenir non voli? Oh quante ville,
Quante città per quel tacito lido!
Quanta gagliarda gioventù, qual forte
Popol vi stette, splendido, gigante,
Immaginoso! Eran per lui le nubi110
Popolate di eterni: alberi, laghi,
Fiumi, boschi, dirupi eran di arcane
Intelligenze alberghi. Armonïose
Nereïdi quest’acque ivan fendendo;
Fuor da l’intime selve uscian le ninfe115
Al niveo lume, onde ridea Diana.
Fatidiche cortine ondavan lente
Sul limitar de’ delubri; perenni
Ardean le fiamme sul riposto altare.
Ridea l’Olimpo su quest’onde aperto,120
O radiante mare, e tu parevi
Anfiteatro azzurro, a cui spalliera
Eran verdi colline, ardue montagne
Greche, Japige, Sicule, Lucane,
E di Morea le balze; anfiteatro,125
Ove fragranti de l’elisia rosa
Scendean gli eterni a visitar la terra.
Lucenti cocchi ivan per l’aria, ignote
Melodie da quest’onde uscian, rapite
Dai Zefiri fuggiaschi e da’ Favoni.130