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XLIV prefazione

Clemente il cielo: le montagne e i mari,
I vulcani e le nevi, il fosco abete
E l’aureo pomo orïental, franati
Brulli dirupi ed ondulati piani
Ricchi d’alberi e d’acque e di verzura,
E pampinosi poggi, e lauri, e tutto!
Ed i tuoi figli, rispondenti al suolo,
Ne la battaglia eroi, soavi al canto,
Ed atti al grave meditar profondo.

E ancor io con questi versi saluterò quella terra che oggi ha tanti figli fra coloro che più onorano la comune patria italiana: nobile terra che, come sento dal mio cuore stesso, infonde un particolar amore anche ai figli di quell’altra non men gloriosa regione che le siede a mezzogiorno e che l’Jonio abbraccia con essa, quasi due sorelle, in un medesimo amplesso.

Portici, novembre 1895.


Il numero delle poesie di Nicola Sole, che volevamo pubblicare da principio, era alquanto minore di quello che or viene alla luce. Ma fummo poi indotti a largheggiare sempre più nella scelta da due ragioni: l’affetto ognor crescente verso il