Pagina:Canti (Sole).pdf/42


prefazione XXXIII

Di cotesto ultimo genere recai già alcuni esempi insigni; ne recherò ancor un altro che fa testimonianza dell’amore che il Sole portò alla Grecia: amore non dissimile da quello che condusse il Byron ad una morte, la quale, non meno dei canti sublimi, ne perpetua e fa cara la memoria in ogni parte del mondo. Alla Grecia pensò fin dalla sua prima giovinezza; ad essa ritornò sempre con la mente quando le tempeste della vita gli rugghiavano intorno; e anche ad essa, non molto innanzi di morire, indirizzò nuovi bellissimi versi. E di questi io mi rammentavo testè, respirando appunto quelle sacre aure e ammirando quei luoghi e quei monumenti che fanno ricordo della più grande storia umana. Nessun maggior diletto che il sentirsi ridestar nel cuore gli accenti della più bella poesia antica e moderna, nei luoghi medesimi da esse celebrati. Oh il ripetere quegli accenti mentre lo spirito vede rivivere innanzi a sè ciò ch’è morto da secoli! Nè, fra i numerosi miei ricordi poetici, mi parevano i meno eloquenti questi del Sole; che, anzi, per certa conformità dei suoi sogni con quelli della mia prima giovinezza, io po-