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338 il carmelo

     Al vel — per sempre!.. e pianse.. e scese anch’Ella600
     Indi ne l’urna, ed urna e giniceo
     E pietre ed ossa dissiponne il tempo!

VIII


Salve, Montagna! Oh quante volte il Sole
     Ti salutò, com’io — finchè cadranno
     Astri e Monti nel nulla, oh quante volte605
     Ti risaluterà! — Negri fantasmi
     I secoli ti dormono sul capo,
     E tu vegli sott’essi, o maëstoso
     Lïon di Palestina! Il mar flagella
     Sovente i piedi tuoi, spezzan tua chioma,610
     Fecondata da l’ossa dei romiti,
     Le folgori sovente, e tu pompeggi
     Di nuove chiome! — Altar de l’orïente,
     Una mistica fiamma arde, ed alluma
     Dal tuo sommo le genti, e una perenne615
     Iride di miracoli ti fascia
     Di tanta etade — S’inabissin l’onde
     Sotto il pigro Boöte, il tempestoso
     Simoun in montagne alzi la sabbia
     Convulsa dei deserti, una preghiera,620
     Volta a Colei, che ti fè santo, o Monte,
     Il sorriso radduce e la fidanza!...
     Quante fanciulle, a cui languidamente,
     Per lungo morbo, o per tradito amore
     Cadeano i dì senza speranza, al tuo625
     Culto, o Carmelo, profferir la chioma