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il carmelo | 333 |
Sui cedri del Carmelo iva a posarsi
Coll’estatica mente, e le sommesse
Pianure d’Israëllo, e le cittadi
All’Arabo suggette, e i santi avelli460
Svergognati da laïdi serragli.
E di sangue fedel le imporporate
Zolle di Delta a misurar d’un guardo
E inchinarle col pianto! — In Damïata
Tuonar Franchi oricalchi, e sventolava465
Il vessillo di Cristo in Damïata —
Erano a festa i Crocïati, e tutto
Vittoria impromettea: partian le donne,
L’armi durando, a ricovrar sui gioghi
D’Elia; chè tutto l’Infedel vastando470
Venerava quei gioghi — E là correa
La redenta Gesile, a cui ventura
D’amor gli affetti a la credenza aperse.
VII
Era bella costei! D’Itala schiava
Nata, ed orfana a un tempo, ai falsi altari,475
Inconscia profferia corone e voti.
Era bella costei! fra le fanciulle
Di Palestina eletta ai molli studi
Di profumato Areme, a sovraumana
Influenza servendo, in altre piagge480
Il piè torcea da le tribù paterne
E gli alteri turbanti, e le gemmate
Scimitarre ottomane, e i servi amori