Tempi mancati, in penitente saio50
Stretto, traëa il pellegrin, bramoso
Di silenzi e deserti; ed animose
Vergini, a cui ridean sangue e fortuna
E bellezza e lusinghe, a giovinette
Palme sembianti, in più felice suolo55
Trapiantate, sen gian peregrinando
Lungo l’acque del Nilo, o il piè fermando
Su le montagne, a sera. Oh, Palestina,
Cuore de l’orïente, oh fortunato
Chi te vide, e ne pianse.... e di tue valli60
Bevve ai molli profumi, o, accolto a l’ampia
Tenda del fico da le meste foglie,
Come fantasma errar vide da lungi
Curvo ed avvolto in ventilati lembi
Di gemmato mantello arabo Sire;65
E abbandonato a l’anelante fuga
D’irrequieto corridor l’azzurra
Aria spezzar, che lievemente vela
I dirupi di Sefora e le cime
Del fiorente Carmelo... eterno Monte,70
Che, dai giorni di Adamo a quando, pari
A vanente piramide di fumo,
Rotïerà nel nulla, è santo faro
Di salute e speranza — Or chi mi leva
Ai lembi tuoi, vetta sublime? Il mondo,75
Quasi convulsa onda sonante, intorno
Mi tempesti e ruini, una falange
Di alati spirti oltre la scorza umana
Pel puro aër mi spinge, e il pensier mio,