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286 il cantico dei cantici


Ne le sale del vino ei m’ha condutta,
     Ed è l’insegna, ch’ei m’innalza, amor.
     Datemi fior! Stivatemi di frutta,
     Poi che mi svien di tenerezza il cor!
          Mi regga il capo con la manca, e al petto
          Con la dritta mi prema il mio Diletto!

sposo


O figlie di Sïonne! Io vi scongiuro
     Per quante belve la campagna aduna,
     La non si svegli! E il sonno suo securo,
     S’ella nol voglia, non le rompa alcuna!

sposa


Del mio Diletto or non udii la voce?...
     Ecco, ei salta pe’ monti, ei lievemente
     Le colline trasalta, e vien veloce
     Simile a cerva o a cavrïuol fuggente!


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