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prefazione XXV

ma ch’è forse qualcosa di diverso e di più alto. Anche qui dal particolare sale all’universale, dall’opera dell’amico scultore a certi momenti supremi di ogni vero artista, ch’egli era al caso d’intendere meglio che altri. Notevole quel luogo dove ritrae il Busciolani che, ispirandosi alla vista del golfo di Napoli, ideava la sua «Immacolata»:

Al di là di quei cieli una raggiante
    Forma ei segue rapito, una divina
    Visïon, cui non giugne uman sembiante.

Ben può l’alma ispirata e peregrina
    Il suo trepido vol mover più lieta
    Per quel riso di cieli e di marina;

Ma ben altra, oh ben altra è la segreta
    Luce che ride al giovinetto artista;
    Altra de’ suoi pensosi occhi è la meta.

Così mentre talora il citarista
    D’armoniosi accordi empie le sale,
    Più lena il vate poetando acquista,

Benchè fatto straniero a la vocale
    Onda che intorno gli ricorre e freme,
    Verso ignoti paesi agiti l’ale.


Il poeta, interpretando qui con piena consapevolezza l’intimo dello scultore, descrive insieme ciò che tante volte era avvenuto, lui più o meno inconsapevole, dentro se stesso.