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sulla tomba di alessandro poerio 249

     Alternamente dal Britanno al Franco
     Siam libertade a mendicar ridutti;
     E tanto il nostro intendimento è cieco,135
     Che v’ha chi speri a redentor l’Austrieco.

Ahi perchè tali! Con dimesse fronti,
     Quasi colà non sian figli d’Adamo,
     Sogguardando oltremari ed oltremonti,
     Ivi la nostra libertà speriamo:140
     Ed esser ivi le inesauste fonti
     Del nostro mal per lunga età sappiamo:
     Lo sa Venezia, la città di Giano,
     Firenze, Pisa, e più di lor Milano!

Quante volte per Dio, de’ padri spenti145
     Fin dai sepolcri non gridò la voce:
     Da libertà straniera, Italia, astienti;
     Chè questa passa, come vien, veloce,
     Chè lo stranier per variar d’eventi,
     Ti toglierà, ti rimporrà la croce.150
     Ei se conviengli, oggi ti gitta un pane,
     Se nuoce a lui, tel niegherà dimane!

Io non insulto ai forti. — Anche il Britanno
     Palpiti generosi alberga in petto:
     Soccorrevole il Franco al nostro affanno155
     Talor die’ segni di fraterno affetto —
     Ma le vicende umane in guisa vanno,
     Che sempre al protettor serva il protetto:
     Guai per un popol lungamente oppresso,
     Se non invoca a protettor sè stesso!160