Alternamente dal Britanno al Franco
Siam libertade a mendicar ridutti;
E tanto il nostro intendimento è cieco,135
Che v’ha chi speri a redentor l’Austrieco.
Ahi perchè tali! Con dimesse fronti,
Quasi colà non sian figli d’Adamo,
Sogguardando oltremari ed oltremonti,
Ivi la nostra libertà speriamo:140
Ed esser ivi le inesauste fonti
Del nostro mal per lunga età sappiamo:
Lo sa Venezia, la città di Giano,
Firenze, Pisa, e più di lor Milano!
Quante volte per Dio, de’ padri spenti145
Fin dai sepolcri non gridò la voce:
Da libertà straniera, Italia, astienti;
Chè questa passa, come vien, veloce,
Chè lo stranier per variar d’eventi,
Ti toglierà, ti rimporrà la croce.150
Ei se conviengli, oggi ti gitta un pane,
Se nuoce a lui, tel niegherà dimane!
Io non insulto ai forti. — Anche il Britanno
Palpiti generosi alberga in petto:
Soccorrevole il Franco al nostro affanno155
Talor die’ segni di fraterno affetto —
Ma le vicende umane in guisa vanno,
Che sempre al protettor serva il protetto:
Guai per un popol lungamente oppresso,
Se non invoca a protettor sè stesso!160