Un sereno avvenir quinci d’innante
Par che a la confidente alma sorrida,
E un nugol quindi inesplicato e grave
Il timido le vela occhio soave.
Ma, da le sue velate ombre fuggenti,25
Codesto istante pel tuo cor non era;
E il sogno de’ tuoi primi anni ridenti
Ancor più bello, che non fu, si avvera!
Questo spesso tuonar d’armi innocenti,
E gli archi, e i plausi d’una gente intera,30
E l’armonia che a le carole invita
Da l’avvenir non temeran mentita!
Oh questo amor, che nel suo dì festivo
Fra genti liete non oblia le meste,
E generoso il suo tesor votivo35
In pro’ di quattro sventurate investe,
Il nuzïale amor, che pure è rivo
De l’infinita carità celeste,
Tanta ha più speme d’avvenir clemente,
Quanto più tiene de la sua sorgente!40
Teco entrâr giovinezza e leggiadria,
Beltà, costanza, gentilezza e fede
In queste case, che l’amor ti apria,
Omaggio a le tue grazie, e non mercede!
Oh intorno il guardo, o Giovinetta, invia,45
Oh volgi intorno, o Giovinetta, il piede!
Vedi ove mai ti apparecchiò la sorte
La dolcezza di madre e di consorte!