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196 il menestrello

     Esule ignoto sul terreno esiglio
     Presi a mia guida i battiti del core.
     Mio gioir la pienezza del desio,
     Il padre dei rejetti il padre mio.

Così passò mia fanciullezza. Allora25
     Che giunsi inavvertito ai sedici anni,
     Di mia vita raminga in sull’aurora,
     Credei fallace illusion gli affanni.
     Il genio, il genio che i più mesti incuora
     Alteramente mi levò sui vanni:30
     Sul mio spirto lanciai sguardo profondo,
     E allor divenni cittadin del mondo!

Oh il giovine cantor, quando primiero
     Baldo si slancia fra’ mondani eventi!
     E la possa d’un vergine pensiero35
     Dispande sugl’indocili elementi!
     E cielo e terre e mar sono un impero
     Ch’ei trascorre con liberi concenti;
     E nel colmo d’un estasi possente
     Di vita abbonda, e l’esistenza sente.40

La parola ospitale in ogni tetto,
     Lo sguardo dell’amico in ogni viso,
     Il palpito fraterno in ogni petto
     Il saluto di pace in ogni riso.
     Un’anima nascosa in ogni oggetto,45
     Sul labbro della donna un paradiso,
     Nel creato una fonte d’armonia,
     L’immagine di Dio nell’alma mia.