Beato, o stella, il Serafin, che vola
Fra gli aurei raggi del tuo santo Eliso,
E nel tuo foco esulta e si consola
Del tuo sorriso!
Io da la mia lontana ombra mortale25
Invan sospiro ai radianti lidi,
A codeste diffuse onde d’opàle,
Ove sorridi!
Eppur t’amo, o remoto idolo mio,
E il cor mi freme di gentil baldanza30
Ne l’amarti così, senza desio
Senza speranza!
E mai non torna la pupilla intenta
Da cotesto soave occhio d’amore,
Cara luce e fedel, ch’io non mi senta35
Fatto migliore!
Ch’io non riguardi con più lungo affetto
Su la fronte de l’uom, su la natura,
Che non mi corra largamente in petto
Aura più pura!40
E passo, e canto, come tu mi ispiri,
La man sul core, onde riflessa vieni
E l’occhio volto ai tremoli zeffiri
Ove baleni.