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AD UNA STELLA




T’amo, o solinga e vereconda stella,
     Che da lungi mi guardi in su la sera!
     Come limpida sei, come sei bella
                    Ne la tua spera!

Indarno Urania liberal mi aperse5
     De l’etere i velati archi profondi,
     Ed al mio sguardo disbendato offerse
                    Nembi di mondi.

Ancor per me la giovinetta sei
     Dai lucenti e pietosi occhi immortali,10
     Ch’io già fanciullo amoreggiai dai miei
                    Poggi natali.

Sovra l’acqua investia l’aura adorata
     I salici del mio curvo torrente,
     E cantavan le passere a l’amata15
                    Luce fuggente!

E sonavan le valli, e su la neve
     De l’ultimo Appennin, gemma vezzosa,
     Riscintillavi tremolando in breve
                    Campo di rosa. 20