Era vivace ancor per l’Occidente
La maraviglia dei trovati regni,
E pel vasto Ocean l’orma recente
Degl’Iberi parea storici legni.
Ogni ispirata ambiva itala mente165
Ridir d’Alcide vïolati i segni;
Ed iva innanzi a le più chiare imprese
La stupenda Odissea d’un Genovese.
La fantastica luce era mancata,
Che da le mediane ombre raggiava,170
E come a terza de la sua giornata
La vagabonda umanità posava.
Nè d’ombre e d’auree fantasie velata
Era l’ora che al mondo allor toccava,
Nè larga sì, tumultuosa, ardente,175
Come il meriggio de l’età volgente.
Nei cruenti sepolcri eran già muti
I Farinata de l’ausonia prole,
E i bruni ispidi lucchi eran caduti,
E de le Bici le severe stole.180
Sovra tende di rasi e di velluti
Blandamente ferìa l’Italo Sole;
E sovra l’elsa del guerrier fulgea
In ricche gemme la perizia Achea.
Ma di Allighier la mattiniera musa,185
Che, col grido de l’aquila, ridesta
Avea l’Itala Donna entro la chiusa
De’ barbarici tempi atra foresta;