Azzurra e intenta è la pupilla ardita,
Folto e lucido il crine in due diviso,
Che del volto a l’oval molle acconsente — 135
E per gli omeri muor profusamente.
Per l’etere e pel mar come inspirato
Quell’angiolo gl’intenti occhi smarria.
E un nugolo di larve interminato
Gli recingea la vergin fantasia;140
Che in più matura età ripopolato
D’armi e d’armati l’Oriente avria:
Ed albeggiava in quella fronte pura
Un gran giorno di gloria e di sventura.
E il mar guardava meditando, e lene145
L’aura marina lo baciava in fronte:
E se le industri ondivaghe carene
Salutasser, partendo, il patrio monte,
Con gli occhi ei le seguia per le serene
Acque nel più lontan de l’orizzonte,150
Larga pregando ai poveri marini
La pesca dei coralli oceanini.
E con la nova fantasia partiva
Anch’ei per intentate acque infinite,
Stelle ignote cercando e ignota riva,155
E fiumi e baie ed isole romite.
La speranza rapìa la fuggitiva
Prora per l’ideal vasta Anfitrite,
E sedean lieti su la poppa bruna
Gli estri in ale di foco e la fortuna.160