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XIV prefazione

             Non oserà riprendere
             La gioia dei conviti,
             Finchè non vegga uniti
             Tutt’i suoi figli a sè.

Ma poesia di ancor più alta ispirazione e maggior vigore di pensieri è «L’Jonio»; e gli stessi difetti della forma e persino qualche inesattezza o anche errore di storia non c’impediscono di considerar questo componimento come la prima testimonianza di un vero ingegno poetico. Le memorie della nostra civiltà antica, il disdegno generoso dell’ignobile presente, le speranze di un più lieto avvenire e le più belle immagini della poesia greca e dell’italiana, tutto qui concorre a dare sfogo all’affanno del giovane solitario, che, errando per le rive della nativa marina, fa come una consacrazione del pensiero, dell’arte e di tutto se stesso alla grande e sventurata sua patria.

Non ho mai dimenticati gli effetti che in me giovanetto faceva questo componimento, quando potevo ripetermelo errando per le rive di quello stesso mare, sul quale navigavo intanto con gli occhi e col pensiero. Si dirà che ci vuole ben poco per accelerare col