Presso la tenda, ove beata posi,
Le lunghe veglierò notti stellate:
Respirerò de’ tuoi labbri vezzosi95
Le dolci aure adorate!
Ed ove il Sole ti combatta, e meno
Ti venga il piede giovanil su l’orma,
Così ti recherò sovra il mio seno,
Come bambin che dorma.100
Non curerò se rovinosa innante
La via mi fugga tra dirotti massi,
Se insanguinate torcerò le piante
Dai perigliosi passi.
Sol che tu, fra le mie braccia raccolta,105
Desta, mi volga una parola, un riso,
E la candida mano, alcuna volta,
Mi passi tu sul viso!
E — allor che il Sole sarà vòlto a sera,
Il Sol di questa giovanil giornata,110
E vuota irraggerà l’errante sfera,
Onde sarai passata —
Con te, con te le sante aure celesti
Valicherò, forte gridando a Dio:
«Sii benedetto, che costei ponesti115
Compagna al viver mio! »