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L’ORFANO E IL CIELO
alla memoria di un trovatello
Sovra il tuo capo gitteran domani
Qualche pugno di terra, e disparito
Sarai per sempre. Come arida foglia
Che ignara voli del materno ramo
Per occidua convalle innanzi al vento,5
Su la terra passavi, o giovinetto.
Nessun ti piange, oltre colui che t’ebbe
Ne la sua nova età candido e fido
Servo e compagno. Oh, pe’ frequenti sdegni,
Oh pe’ lunghi fastidi, onde sì grave10
Ti corse l’alba de la vita, accetta
Queste lagrime, o caro, e questo addio,
E dal ciel mi riguarda, e mi perdona.
Di questo ciel sereno a l’altra sponda
Bellissimo approdavi, ove non sono15
Cuori dannati ad esular dal crudo
Petto materno; ove il superbo riso
Degl’inclementi non insulta al mesto
Pianto de’ rinnegati orfani. Hai posta