Tu pure, in premio de la tua melode Languì talora in isleal cattura, E fra lucenti vimini contesti135 Il tuo dolor, melodïando, attesti.
Spesso dagli aurei tetti, onde tu pendi Vocal conforto de le mense opime, Una novella melodia protendi Più gentile per arte e men sublime.140 Ma spesso al maggio di furor ti accendi Volto de’colli a le fiorenti cime; Disperato disio t’arde le vene, E langui e spiri fra le tue catene.
Tal fra gli agi d’altero inclito ostello145 Alcun poeta il suo vigor smarria, E indugiando al di qua del tardo avello Fra’convivi prostrò la poesia: Ma spesso a turpe obblivion rubello Altro, più fiero, di rancor peria:150 Pallido e muto su la curva lira Piega la fronte sconsolata e spira.
Quando nel caro orror de le foreste, O rosignuol, da lunge inviti al pianto, La nostra illusa fantasia ti veste155 D’una beltà conveniente al canto. Niun ti tolga a quel teatro agreste, Perchè più lungo in noi duri l’incanto; Chè ne le mani stringerem gualcita Poca e povera piuma e poca vita.160