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al rosignuolo 155

     Tu pure, in premio de la tua melode
Languì talora in isleal cattura,
E fra lucenti vimini contesti135
Il tuo dolor, melodïando, attesti.

Spesso dagli aurei tetti, onde tu pendi
Vocal conforto de le mense opime,
Una novella melodia protendi
Più gentile per arte e men sublime.140
Ma spesso al maggio di furor ti accendi
Volto de’ colli a le fiorenti cime;
Disperato disio t’arde le vene,
E langui e spiri fra le tue catene.

Tal fra gli agi d’altero inclito ostello145
Alcun poeta il suo vigor smarria,
E indugiando al di qua del tardo avello
Fra’convivi prostrò la poesia:
Ma spesso a turpe obblivion rubello
Altro, più fiero, di rancor peria:150
Pallido e muto su la curva lira
Piega la fronte sconsolata e spira.

Quando nel caro orror de le foreste,
O rosignuol, da lunge inviti al pianto,
La nostra illusa fantasia ti veste155
D’una beltà conveniente al canto.
Niun ti tolga a quel teatro agreste,
Perchè più lungo in noi duri l’incanto;
Chè ne le mani stringerem gualcita
Poca e povera piuma e poca vita.160