Pagina:Canti (Sole).pdf/203

146 pel filo elettrico dei due mondi


Ei nel cor de la Terra il guardo intruse,
     Fino a l’intimo foco, e le diverse
     Metamorfiche età n’ebbe recluse!

Ei ne l’occhio de l’uom l’occhio converse,
     E indisse il sonno; e, suddito modesto,140
     Visioni e responsi il sonno aperse.

Ed ei disse al Pensier: — «Come per questo
     Frale che alberghi, circola pel mondo
     Ne’ metallici nervi, ond’io lo investo!» —

E il mio pensiero, o Dio, pel mar profondo145
     Va, se le vie ragguaglio, in tempo eguale
     Che per l’atomo infermo, in cui lo ascondo!

Gloria a te! Gloria a te, padre immortale
     De la natura, che tanto alto assumi
     Questo tuo generoso esul reale!150

Questo errante Israel sente i profumi
     Del suo paese! Più vicine egli ode
     Sonar le rive de’ paterni fiumi!

Da la sua rupe desolata il prode
     Caduto Prometèo sorse più forte155
     Nè più il vindice rostro il cor gli rode.

Frante il tuo perdonato ha le ritorte,
     Nè l’occulta favilla al ciel rapita
     Gli è più rimorso disperato e morte!