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Affettuosa! E non sapea che il lembo
     D’un disperato abisso ella radea,
     E che maturo di dolori un nembo
     Sul suo giovine capo omai pendea:
     Che il cor piagato di Selimo in grembo645
     Tanto più d’ira e di furor fremea,
     Quant’ella vaga e del periglio ignara
     Con quei suoi vezzi gli venìa più cara.

Benignamente ei riguardolla, e in gioco
     Volgendo il caso, le narrò che Osmano,650
     Oltraggiato signor, verria fra poco
     Una smarrita reclamando invano.
     Ida avvampò d’un improvviso foco,
     Che in pallor dileguava a mano a mano,
     Le s’infoscar gli sguardi, ed, a quel nome,655
     Sentì rizzarsi per terror le chiome.

Ed ei d’amore e di pietade in atto
     Stretta al cor si recò la bene amata,
     Ed apparia che per minaccia o patto
     Nïun dal cor più gliel’avria strappata.660
     Ma ricomposto nel medesmo tratto
     A finta gioia, di dolor velata,
     Attenuando le venia l’affanno,
     Pietoso al suo dolor tessendo inganno.

— «Di che vaneggi dunque? Ove l’ombrosa665
     Tua concitata fantasia trascende?
     Hai sì pallida fede, o peritosa,
     In questo amore che di te mi accende?