Pagina:Canti (Sole).pdf/183

126 selim-bey

     Un Eunuco infedel volse la chiave
     D’un uscio che girò facile e lento;390
     Poi nulla udissi, tranne il vento, e l’onda
     Che giù fremea per l’odorata sponda.

Come gazzella saettata al fianco,
     Ida correa per solitaria via,
     Volta a’fanali d’un ostel, che bianco395
     Le apparia per la notte e disparia;
     E il piè talora contenea, già stanco,
     Ricovrando il respir che le fallia,
     E volto appena un fuggitivo istante
     In via più levi riponea le piante.400

Quinci una ombrosa femminil fierezza,
     Quindi più forte amor scoteale il petto;
     E mentre disvolea per alterezza
     Entrar d’altrui, non aspettata, il tetto,
     A quelle mura, onde sparia l’altezza,405
     L’avea levata un prepotente affetto,
     Sì che fra mesta peritante e lieta
     Del notturno cammin tenne la meta.

Su fulva pelle di leon seduto,
     Al chiaror di velati aurei doppieri,410
     Giacea Selim, curvo al chibocco, e muto,
     Come errante in balìa d’alti pensieri:
     Quando, precessa da spaì barbuto,
     Quasi raminga innamorata Peri
     Di giovinezza e di beltà raggiante415
     Ida gli stette inopinata innante.