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E col desio correa fra le lucenti
     Stelle del cielo, fra le nubi erranti,
     Pe’ boschetti, sul Bosforo, ne’ venti,
     De l’Arème ne’ dolci arabi canti.
     Sentia l’orgoglio de la donna, e lenti365
     E sconsolati le cadean gl’istanti!
     Povera schiava! E non avea frattanto
     Nemmen la trista libertà del pianto!

Quando improvviso in Oriente apparve
     Bello di gloria il giovane guerriero370
     Che fu Selimo, le vaganti larve
     S’incarnaron per essa in un pensiero.
     E come prima lo mirò, le parve
     Ch’ella solo ameria quello straniero:
     E a lui sacrò le sue vigilie, e d’ogni375
     Sua notte i voti, le speranze e i sogni.

Da quell’ora più pace Ida non ebbe!
     Tale era il nome di costei. Sì forte
     Quella insania d’amore in sen le crebbe,
     Che le scoppiava il cor come per morte.380
     In sì funesta guisa Osman le increbbe,
     E iniqua tanto le tornò la sorte,
     Che le brune pupille avidamente
     Sul fulgido pugnal tenne sovente.

Ma vinse amore. Armonïoso e grave385
     Gemea fra’ coni de’ cipressi il vento:
     Ne le sale d’Osman dormian le schiave,
     E sparso era di stelle il firmamento,