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prefazione IX

interpretò il Sole nell’«Arpa Lucana»1; il secondo, nelle cose che scrisse poi.

La maggior parte dei canti che compongono quella raccolta, fu fatta, come disse l’autore medesimo, nella continuata successione de’ miracolosi avvenimenti che in pochi mesi avevano cangiata la faccia dell’Europa2. È qui come uno scoppio di affetti giovanili, lungamente compressi nel profondo del cuore; come una procella di

    ha in principio una lettera dedicatoria a Basilio Puoti e la risposta del medesimo. — Come ora del Menestrello, così daremo, anche in questa prefazione, la data di molti altri canti che non l’hanno nel testo. Ne rimangono pochi pei quali non ci è stato facile trovarla.

  1. L’Arpa Lucana: canti di Nicola Sole, Lucania, stabilimento tipografico di V. Santanello, 1848. Contiene, oltre una prefazione Ai generosi figli della Lucania, i seguenti canti: L’Arpa lucana, Al mare Jonio, Alle Donne lucane, Ai Siciliani, Alla Guardia nazionale, La Guerra, Il Tramonto, L’Alba, La Guida, Amore e destino, Il Fiore del cimitero, Ad Alfonso Lamartine, Il Rosignuolo, Il Veterano patriota, Le Nozze, I Crociati, La Patria e l’Amore, Perdono e pace, La Bolognese, Il Gondoliere veneziano, Il Beccaio di Padova, Dante a Pio nono, Gentilesimo e Cristianesimo, Il Bello, A re Carlo Alberto, Al cittadino Alfonso Lamartine, A Vincenzo Gioberti, All’Italia. — Per la qualità del soggetto e dei sentimenti ed anche per il tempo in cui fu scritta (dicembre 1848), può considerarsi come appartenente a questa prima famiglia di poesie anche quella: Sulla tomba di Alessandro Poerio (pag. 244).
  2. Prefazione all’Arpa Lucana, pag. iv.