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     Anzi, dacché talor manco severo285
     Riesce, ei fama ha di guerrier benigno;
     0 a quella gente, a duri strazi avvezza,
     Quel che strazio non è sembra carezza.

II


Come Odalische palpitanti e snelle,
     Poi che ai sudditi balli un fren si pose,290
     Riteso il velo su le fronti belle
     Da l’odorate sale escon pensose,
     Così dal cielo si partian le stelle
     In velo azzurro e tremolante ascose:
     Vaga sul crin de la sorgente aurora295
     D’amor la stella iva lucendo ancora.

Di fronte ai colli d’Istambul dormente
     Lunga una striscia d’amaranto uscia,
     Che sfumando pel ciel soavemente
     In una nube d’oro alfin moria.300
     Pari a sultana giovinetta, uscente
     Dai sonni, gli occhi la natura apria,
     E sotto al riso degli adulti albori
     Riprendea le sue gemme e i suoi colori.

Muto il Bey sedea, come il ritorno305
     Aspettasse del sole, entro il giardino;
     E i silenzi de l’alba erano intorno
     Rotti da l’aura e dal ruscel vicino.