Repugnanti fantastici racconti
Gli vagano su l’orme: e v’ha chi dice
Che arcane colpe ne l’esiglio ei sconti,
Nato in barbara gente e predatrice.260
Ma nel Divano d’Istambul son conti
Gli eventi, che il formar grande e infelice;
Nè prode v’ha che non porria la vita
Per tanta gloria a sì brevi anni unita.
Forse il severo Ulema in lui ravvisa265
Mal simulata irreverenza, allora
Che chiuso il petto in marzial divisa
Nel tempio egli entra ove Macon si adora:
Forse v’ha chi gli apponga aver derisa
Del profeta divin l’arca talora:270
Gelosi intanto de la fè degli avi
Strane cose di lui narran gli schiavi.
Narran che quando il muezzin salmeggia,
E le notturne lampe errano accense,
Pe’ vasti appartamenti empio ei passeggia,275
Fra l’ombre avvolto più segrete e dense:
Che in auree tazze il proibito ondeggia
Succo del tralcio a le sue ricche mense;
Che sorridendo egli ne sorbe, e tòrre
Vivande egli osa, onde il profeta abborre.280
E l’amano costor; però che altero
Soventi egli è, ma con terribil ghigno
Spigolando non tenta anche il pensiero,
Per arte ed uso di signor maligno.