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118 | selim-bey |
Correa, correa, dati i capelli ai venti
Il tenebroso cavalier correa,
E i monti e le pianure e i firmamenti
Un improvviso turbine mescea;180
Correa, correa, burroni, erte, torrenti
Il procelloso corridor vincea,
E de l’unghia infocata ivano appena
L’ orme rapite da la densa arena.
Ad un batter di polsi e di palpebre185
D’una in un’altra proda erano usciti:
Arsi parean d’una medesma febre,
Da un medesmo desio parean rapiti:
Lunge, più lunge, in fondo a le tenebre
Eccoli ancora, eccoli omai spariti!...— 190
E cupamente detonando agli echi
Del fulmineo galoppo ivan gli spechi.
CANTO I
I
Sovra un ampio rïalto, imporporato
Del più limpido sole ai nuovi rai:
195Ove tutto sorride, ove il gelato
Soffio del norte non ricorre mai;
Sovra un ampio rïalto incoronato
Di cipressi, di aranci e di rosai,
Col mare innanti e le montagne a tergo
Sorge un recente e spazïoso albergo.200