Quasi affannato gladiator, che resti
In lenta posa su la vinta arena,
Largamente ei respira, anzi il diresti
Sepolto in calma ricrescente e piena.
Oh, calma?... Istanti di languor son questi!125
Che fia doman, ch’ei vi ripensi appena?
Nol sa; nè cura divinarlo; e pago
Lentamente favella, e guarda il lago.
— «Tutto sprezzar, tutto obliar! L’obblio
De la terra, del ciel, d’ogni mancata130
Speranza, ecco, fia questo il viver mio!
Questa nuova mia fede io l’ho giurata!
D’una pace profonda ebbi desio,
D’una morte de l’alma! Io l’ho trovata;
Eterna sia!... L’Eternitade! Ah questa135
Idea! si scacci! Or torneria molesta!
» A me, Seid!— » D’un suo nitrito il bello
Arabo corridor gli fa risposta,
Dritta levando la cervice, e snello
Caracolla per l’erba, e se gli accosta.140
Benignamente ei l’accarezza, e quello
Si avvalla, e gli offre la sinistra costa,
E lo sogguarda, ed anelando il lambe,
E quïetar non puote in su le gambe.
La criniera ei gli palpa; al primo arcione145
Le redini ricoglie; il ricco arnese
De la sella ritenta e ricompone,
E più sempre divien buio il paese,