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     Tuffan, piangendo, il crin: voluttuosi45
     I fiori olezzan pe’ dipinti calli;
     Splende il ciel trasparente ed azzurrino
     Ne’ color de l’opàle e del rubino.

Ed è soave questa pallid’ora,
     Ora divina in Oriente! Intanto50
     Per costui che contempla e tace ancora
     Questo roseo tramonto è senza incanto.
     I molli incensi, onde la terra odora,
     De’ cieli il riso e de’ ruscelli il pianto,
     Tutto è muto per lui: di là dai monti55
     Altri soli ei ricorda, altri tramonti!

Ma perchè da quei soli erra il feroce?
     Chi a le dolci il ritolse aure natali?
     Chi lunge il trasse a disertar la croce
     Sotto il riso de’ cieli orientali?60
     Qual nome era il suo nome? E con qual voce
     Al carco impreca de’ presenti mali?...
     Oh, a che varriati divinarlo? Egli erra
     (Ed è molto pel pianto!) esule in terra!

Ei pensa e tace!65

II


Un repentin terrore,
     Un’improvvisa ricordanza il colse,
     Uno spavento inopinato! Al core
     Portò la man; certe sue fimbrie svolse,