E il pan guadagna sorridente e gaia,
E pura aspetta la ricerchi amore
Questa operosa Galatea di Chiaia.45
Un bel dardo di niveo candore
Le nere trecce in cercine le frena,
Ed ha sul petto e fra le trecce un fiore.
Entra leve e spigliata, e sì che appena
Sfiora col breve zoccoletto il piano,50
E la torresti al canto una Sirena.
L’una poscia adoprando e l’altra mano
Si scarca d’un corbel, colmo di argilla,
Che d’un colle recò poco lontano.
E i suoi viaggi, sin che il giorno brilla,55
Presta ripete, e a l’artista sovente
Volge la bruna giovanil pupilla.
La rondine così vispa e lucente
Fra lo stagno e la gronda il vol ritesse
Il pensile a fornir nido recente.60
— » Vieni, deh vieni per quest’onde istesse!
(Sona così de la fanciulla il canto)
Vieni, chè gli occhi mi stancai sovr’esse!
» Vieni, chè Nella ti aspettò pur tanto!
Vieni, chè Nella più non sa di balli,65
Vieni, che Nella si morrà di pianto!