Non è di Stabia ch’ei riguardi anelo
Le serene montagne, o il sovrastante20
Vesbio bendato d’un ceruleo velo.
Al di là di quei cieli una raggiante
Forma ei segue rapito, una divina
Visïon, cui non giugne uman sembiante.
Ben può l’alma ispirata e peregrina25
Il suo trepido vol mover più lieta
Per quel riso di cieli e di marina;
Ma ben altra, oh ben altra è la segreta
Luce che ride al giovinetto artista;
Altra de’ suoi pensosi occhi è la meta.30
Così mentre talora il citarista
D’armoniosi accordi empie le sale,
Più lena il vate poetando acquista,
Benché fatto straniero a la vocale
Onda che intorno gli ricorre e freme,35
Verso ignoti paesi agiti l’ale.
Vezzosa intanto e vereconda insieme
Una rosea fanciulla ad ora ad ora
L’uscio sospigne, che consente e geme.
La non par tutta una fanciulla ancora;40
Sì infantilmente vola in su la ghiaia
Quando contenta al sole arde e lavora.