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la fanciulla e l’artista 103


Non è di Stabia ch’ei riguardi anelo
     Le serene montagne, o il sovrastante20
     Vesbio bendato d’un ceruleo velo.

Al di là di quei cieli una raggiante
     Forma ei segue rapito, una divina
     Visïon, cui non giugne uman sembiante.

Ben può l’alma ispirata e peregrina25
     Il suo trepido vol mover più lieta
     Per quel riso di cieli e di marina;

Ma ben altra, oh ben altra è la segreta
     Luce che ride al giovinetto artista;
     Altra de’ suoi pensosi occhi è la meta.30

Così mentre talora il citarista
     D’armoniosi accordi empie le sale,
     Più lena il vate poetando acquista,

Benché fatto straniero a la vocale
     Onda che intorno gli ricorre e freme,35
     Verso ignoti paesi agiti l’ale.

Vezzosa intanto e vereconda insieme
     Una rosea fanciulla ad ora ad ora
     L’uscio sospigne, che consente e geme.

La non par tutta una fanciulla ancora;40
     Sì infantilmente vola in su la ghiaia
     Quando contenta al sole arde e lavora.