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AD UN ILLUSTRE ECCLESIASTICO
nell’offerirgli un esemplare del cantico dei cantici recato in versi italiani



Se fra’ severi studi, e la crescente
     Cura del gregge che difendi e guidi,
     Qualche amena ti vaca ora fuggente,
     De la tua nobil cortesia mi arridi!
     Di quel guardo paterno, onde sovente5
     L’incerta speme degli onesti affidi,
     Questi versi rinfranca, uomo di Dio,
     Ch’io timido e fidente a te gl’invio!

Tu benigno li accogli, e a me perdona
     Se maggior di mie posse opra tentai;10
     Se mal converso in itala canzona
     Il più bel canto d’Israel bramai.
     L’arpa d’Italia (eppur sì dolce suona!)
     Render le sante melodie può mai,
     Che l’arpa eterna di Davidde emise,15
     Quando al più savio de’ potenti arrise?

Scorrea l’aura di Dio per le frementi
     Corde agitate dal real cantore,
     E in tremoli diffusa archi lucenti
     Salìa sull’arpa un’iride d’amore;20