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a g. s. v. 97


Or come il novo aprile
     Rinfronderà le ville in Mergellina,20
     A l’antica, o gentile,
     Per te ritornerò dolce rapina;
     Poi che mi apprendi in graziosi modi
     Quanto ai gracili e implumi orfani approdi.

Oh il potevi tu sola!25
     Tu sola, amor de l’usignuol possente1
     Che le notti consola
     E il vigile dolor de l’occidente;
     E d’ispirate melodie profonde
     Del secolo a le gravi ansie risponde.30

Tu che sedente a l’ara
     Del Genio i suoi divini estri alimenti,
     E invidiata e cara
     Sacerdotessa di sue note ardenti,
     Primiera accogli i numeri sovrani,35
     Onde i teatri fremeran domani,

Tu de l’armoniosa
     Alata madre divinar potevi
     Ogni cura pietosa
     Che le mestizie de l’esiglio allevi40
     Ai suoi perduti, se pietà può mai,
     Alleggiar tutti de l’esiglio i guai!

  1. Giuseppe Verdi, che rimane abitualmente in una sua Villa, detta S. Agata, messa in riva al Po.