La tunica ondeggiante e le diffuse
Chiome a le spalle. Di severi studi,550
O valorosa gioventù, ti allena,
E sii proba! Che nulla è la parola
Senza il nerbo del senno, e passa irrisa,
Ove da petto intemerato ed alto
Limpida non promani. Iscolorati555
Da le dotte vigilie, o giovinetti,
Genuflettete de le Grazie all’ara,
Sacrificando; e fra’ proffert’incensi
Ripregate alle Dee labbro pudico,
Onde discorra verecondo e puro560
L’idïoma natio. Quindi verrete
Non intrusi ministri a la severa
Musa del Foro! I circoli vegliati
E i fulgidi teatri ella non ama;
E non s’ispira nei diffuso azzurro565
Di notti estive, nel fragor del mare,
O nel riso de’ campi. Al chiaror lene
Di sue dorate lampadi sedendo
Le notti immota, le sciagure umane,
E gli umani misfatti agita e libra570
E commisera; e tutte ad una ad una
Svolge le pieghe, quante son, del cuore,
E più pallida spesso indi le torna
La guancia, e pia silenzïosa stilla
I nerissimi e grandi occhi le vela575
Sulla pagina intenti. E allor che il sole
De la Curia le cupole rindora
Del suo riso orïente, ella aspettata